“Oh Orahovac, giardino dell’Eden!”

Gavrilo Kujundžić nasce il 22 maggio 1954 a Orahovac. Studia fisarmonica alla scuola di musica “Vuk Karadžić“ con il professor Aleksandar Grković a Orahovac. Prosegue gli studi alla scuola di musica di Prizren, dove comincia a comporre mentre sta preparando l’esame di maturità. Nel 1974 entra nell’orchestra „Braća Karić“ di Peć e ci resta fino al 1979, anno in cui va a fare il servizio militare a Sarajevo e si unisce alla banda militare. Al suo ritorno a Orahovac, fonda un gruppo musicale con il quale si esibisce alle feste a Orahovac, Prizren, Djakovica. In quel periodo compone la canzone Oh Orahovac, giardino dell’Eden, si sposa e ha due figli. Scrive le canzoni per una cerchia ristretta dove si distingue la voce dell’amico Mladen Stojanović accompagnato dalle note della fisarmonica di Gavrilo.

I giorni spensierati svaniscono con l’attacco terroristico a Orahovac nel 1998. Dal momento in cui viene esploso il primo colpo di fucile dai monti intorno alla città e suo nipote Aleksandar viene ucciso da un cecchino, comincia a scrivere e comporre un nuovo genere di canzoni spiccatamente patriottiche.

Nel 1999 comincia a lavorare come insegnante nelle scuole „Svetozar Marković“ a Velika Hodža e „Vuk Karadžić“ a Orahovac e con venti alunni partecipa alla Celebrazione di San Sava a Nikšić. Il metropolita Amfilohije battezza il suo coro con il nome Kosovski božuri. Subito dopo fonda, con l’attrice Ivana Žigon, il gruppo musicale dei bambini del Kosovo e Metohija esibendosi in tutto il mondo per portare la verità sul Kosovo e Metohija attraverso le canzoni diventate di culto: Dečji prkos, Oj Kosovo dušo Srbinova, Orahovcu bašto rajska, Metohijo moja, Đenerale, Velika Hoča, Kosovski božuri, Rusija moja ljubimaja e altre. Si sono esibiti in più di 150 concerti umanitari in tutta la Serbia, davanti a un vasto pubblico.

Tra i tanti premi ricevuti, gli è particolarmente caro quello dell’Associazione dell’amicizia russo-serba.

foto Darko Hadzic

La migliore interprete delle canzoni di Gavra è Pavlina Radovanović, che nasce da papà Zvonko e mamma Velinka in una famiglia con altri quattro figli, nel 2010 nell’Orahovac occupata. Il suo talento musicale viene scoperto a cinque anni. Ora frequenta la scuola media “Dositej Obradović“ a Orahovac e un paio di volte al mese va a Gračanica dove frequenta la scuola di musica “Stevan Mokranjac” e studia canto e pianoforte. Si è esibita in diversi concerti in Serbia e anche in uno da solista al Centro russo di scienza e cultura di Belgrado.

Oltre alle canzoni tradizionali del Kosovo e Metohija, canta anche quelle scritte e composte da Gavrilo Kujundžić che l’accompagnata durante le serate delle Giornate della cultura serba, con la sua straordinaria interpretazione alla fisarmonica.

Pavlina ha ricevuto molti riconoscimenti: dal Ministero dell’Istruzione serbo, dal quotidiano Večernje novosti, dalla Chiesa ortodossa russa. La sua fede, l’amore e la speranza, il sacrificio e il coraggio sono infiniti e ne sono una testimonianza le innumerevoli esibizioni in Serbia e nei Balcani, sempre spinta dal desiderio di aiutare il proprio popolo e la Chiesa.

foto Darko Hazdic

Vogliamo sottolineare il fatto che Pavlina non percepisce alcun tipo di compenso dai suoi concerti, ma li devolve alla chiesa di Orahovac dedicata all’Assunzione di Maria, al monastero Devič e ai bisognosi. E i bisognosi sono tanti da quando il nostro popolo vive circondato dagli albanesi che vengono incitati all’odio verso i serbi dal governo provvisorio di Priština. Nonostante le persecuzioni in atto da decenni, le famiglie Radovanović, Kujundžić e molte altre, resistono in Kosovo e Metohija difendendo il proprio patrimonio culturale.

La Chiesa dell’Assunzione della Santissima Madre di Dio a Orahovac è stata costruita nel 1859 sui resti di una vecchia chiesa. Durante i suoi concerti, Pavlina raccoglie fondi per affrescarla. Questa chiesa è rimasta intatta durante gli attacchi contro i serbi a Orahovac nel 1998, 1999 e 2004. I serbi di Orahovac credono che sia stata la Madonna a proteggerli, e loro stessi hanno protetto la chiesa vivendo nelle sue vicinanze. Ora desiderano affrescare la chiesa come segno di gratitudine e per lasciare una traccia di questi tempi alle future generazioni. Per questo motivo, ritengono sia importante che tutti coloro che possono, contribuiscano all’affrescatura della chiesa di Orahovac.

Il Monastero di Devič, invece, è stato saccheggiato e profanato più volte dagli aggressori, subendo il danno più grave il 17 marzo 2004. Questo antico monastero fu costruito nel 1434 nella foresta di Drenica, non lontano da Srbica, per volere del despota Đurađ Branković, come ringraziamento per la guarigione di sua figlia. Nonostante si tratti di un monumento storico, né il governo provvisorio né il KFOR sono riusciti a evitare la sua distruzione, nonché quella di altri luoghi sacri  nel pogrom del marzo 2004. Sono state distrutte e bruciate 35 chiese ortodosse serbe e 100 edifici ecclesiastici. La scusa per il pogrom è stata una campagna mediatica in lingua albanese in cui i serbi del posto sono stati accusati di aver costretto, minacciandoli con dei cani, un gruppo di ragazzini albanesi del paese Čabar, vicino a Zubin Potok ad attraversare il fiume Ibar, dove uno di loro sarebbe morto affogato. L’indagine svolta da UNMIK ha dimostrato che le accuse erano false e che i ragazzi erano stati sottoposti alla forte pressione dei giornalisti e dei politici affinché muovessero le accuse ai serbi del villaggio confinante.

Non è la prima volta che il nemico si serve di menzogne per giustificare la violenza sul popolo serbo.

Dopo quanto successo nel 2004 i serbi hanno continuato a lasciare il Kosovo e continuano a farlo perché Priština fa di tutto per completare la pulizia etnica dei serbi e altri popoli del Kosovo e Metohija invece di garantirgli di potersi riappropriare dei loro possedimenti e viverci in sicurezza.

ll nostro popolo crede di poter invocare la libertà attraverso le canzoni. Per questo ringraziamo a tutti partecipanti e ospiti delle Giornate della cultura serba che sono venuti per sostenere Pavlina e tutti insieme, con l’aiuto della sua voce e la fisarmonica di Gavrilo Kujundžić, vogliamo invocare quella libertà e mandare un messaggio di pace e amore rivolto a tutto il mondo.

Snežana Petrović

foto Darko Hadzic
Oh Orahovac, giardino dell’Eden!
Là dove splende il sole più bello,
là dove matura l’uva più dolce,
Ogni sasso è una pepita d’oro,
ogni portone mi è caro.
Ogni sasso è una pepita d’oro,
ogni portone mi è caro.
Lì si canta ogni sera, scorre il vino
come una riviera.
Oh terra natia, rosa di maggio,
Oh Orahovac, dell’Eden assaggio.
Se almeno una volta la strada ti porterà
Là dove il vigneto è un dono divino,
Vedrai gioiose anime di buon cuore,
Offrirti infinito amore.
Vedrai gioiose anime di buon cuore,
Offrirti infinito amore.
Lì si canta ogni sera, scorre il vino
come una riviera.
Oh terra natia, rosa di maggio,
Oh Orahovac, dell’Eden assaggio.
Lì si canta ogni sera, scorre il vino
come una riviera.
Oh terra natia, rosa di maggio
Oh Orahovac, dell’Eden assaggio
Traduzione: Darinka Bakajć

 

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