Convegno “LE VITTIME DELL’ODIO” a Trieste

Anche L’Unione dei serbi in Italia era presente al convegno “LE VITTIME DELL’ODIO” – con la partecipazione della presidente Lidija Radovanovic

Lunedì 13 novembre 2023, presso il MIB Trieste School of Management, si è svolto il convegno intitolato “Le vittime dell’Odio” organizzato dall’Osservatorio per la Sicurezza contro gli Atti Discriminatori (OSCAD), in collaborazione con la Questura di Trieste ed il Comando Provinciale dell’Arma dei Carabinieri.

Tutti i relatori, con le loro esperienze e con la loro dedizione e passione, hanno saputo sensibilizzare più di 150 alunni delle scuole superiori di Trieste, sull’ importanza delle parole e dei gesti, specie di tipo discriminatorio ed alle conseguenze che possono scaturire.

Se proviamo odio significa che proviamo un sentimento di forte e persistente avversione.

L’odio che sfoggia in azioni ostili, verbali o fisici, diventa un reato e in quanto tale perseguibile per legge e questo l’hanno voluto affermare in modo chiaro e forte i rappresentanti di tutte le forze dell’ordine presenti al convegno.

Reati di odio sono motivati da un pregiudizio che l’autore nutre nei confronti della vittima, in ragione della sua origine nazionale o etnica, della sua ascendenza, del credo religioso, dell’orientamento sessuale, dell’identità di genere o della sua disabilità.

Un ruolo di primo piano, in questo senso, è rivestito dall’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, Oscad, che costituisce lo strumento operativo di Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri per la prevenzione ed il contrasto dei reati di odio e di matrice discriminatoria.

L’organismo opera per fornire un supporto alle vittime dei crimini d’odio, agevolare la presentazione di denunce e favorire l’emersione di tali reati, spesso tenuti all’oscuro dalle vittime stesse.

Non ci dobbiamo mai scordare che è proprio il linguaggio alla base della piramide di violenza. Le parole hanno un peso forte. L’ uso improprio di linguaggio, fatto per ferire o per mettere in difficoltà le persone, è soltanto il primo passo che precede il passo successivo, che è la violenza fisica, perché quando una persona si sente legittimata a rivolgersi come vuole ad un’altra persona, appartenente ad una determinata “categoria”, in seguito potrà facilmente passare anche alla violenza fisica.

Il male è la mancanza del pensiero critico verso le proprie azioni e la convinzione di essere nel giusto.

La presidente dell’Unione dei serbi in Italia Lidija Radovanovic è stata presente a questo convegno anche perché per anni è stata la vicepresidente della Consulta degli immigrati del Comune di Trieste, il membro della Consulta regionale FVG sull’immigrazione e il membro della Commissione pari opportunità del Comune di Trieste.

Questo le ha permesso di entrare in contatto con tutte le Comunità etniche, laiche e religiose, della città di Trieste, sia con quelle storiche, che hanno resa grande la Trieste moderna che conosciamo (serba, greca, slovena, armena, ebraica, protestante luterana, metodista – valdese ed elvetica, islamica e croata), sia con quelle di recente costituzione (albanese, romena, senegalese, camerunense, bengalese, cinese, colombiana, brasiliana, afghana, filippina ecc.).

La presidente Radovanovic ha invitato gli studenti presenti di andare a visitare i luoghi e a partecipare alle feste che organizzano periodicamente queste comunità – facendoli notare che sono fortunati di vivere a Trieste, che è la Città simbolo di plurireligiosità e di pluriculturalità, –  perché l’unico modo di superare i pregiudizi e gli stereotipi è conoscere il prossimo nostro.

Ha fatto notare che spesso noi siamo orientati dai mass media ad “odiare” un determinato gruppo etnico o religioso perché ci parlano del crimine commesso da uno singolo o da un gruppo, sottolineando la sua appartenenza etnica o religiosa.

Uno che commette un atto criminale, o un atto terrorista, è un criminale o terrorista, punto e basta.

Un fondamentalista cristiano, mussulmano, ebraico, che commette un atto deplorevole o uccide qualcuno, non è un fondamentalista cristiano, fondamentalista mussulmano o fondamentalista ebraico. E’ un fondamentalista, punto e basta, perché se fosse veramente cristiano, mussulmano o ebraico non commetterebbe atti violenti.

Ha posto attenzione sul fatto che è sbagliato stigmatizzare interi popoli o gruppi religiosi per atti commessi dai singoli. Infatti, quanto si parla dell’Olocausto, si dice che è stato commesso dai nazisti e non dai tedeschi, proprio per evitare di incolpare una intera nazione.

La presidente Radovanovic ha concluso il suo intervento con le seguenti parole:

”Non c’è una via verso la pace, la pace è la via. Di fronte ai problemi, dobbiamo cercare di non essere reattivi, ma riflessivi. E’ difficile, perché anche quando uno in macchina ci taglia la strada, ci viene da andare a rincorrerlo per insultarlo, come minimo. Ma seguire “occhio per occhio, dente per dente”, ci farà diventare alla fine tutti cechi e tutti senza denti.

Abramo, che è il padre delle nostre tre principali religioni monoteiste, ha avuto due figli: Isacco e Ismaele. Dalla discendenza di Ismaele sono nati i popoli arabi, mussulmani, mentre da Isacco hanno avuto origine gli Ebrei e i Cristiani.  Anche questo fatto dimostra che siamo tutti fratelli.”

All’inizio del convegno sono stati formulati i saluti istituzionali da parte delle seguenti autorità:

-Vladimir NANUT: fondatore amministratore delegato MIB

-Pietro OSTUNI: Questore di Trieste

-Mauro CARROZZO: Comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri

-Pietro SIGNORIELLO: Prefetto di Trieste

-Vittorio RIZZI: Vice direttore generale della Pubblica Sicurezza con Funzioni vicarie (presidente dell’OSCAD)

Hanno rallegrato il convegno, con tre siparietti, ma soprattutto fatto riflettere, anche se in modo ironico, Flavio Furian e Massimiliano Cernecca in arte Maxino, la coppia triestina esplosiva che ha parlato per bocca dei loro personaggi famosi: la boba de borgo Uolter, un simpatico friulano che ovviamente disprezza i triestini e li chiama triesticoli e l’immancabile sindaco di Trieste Dipiazza con l’irresistibile l’intercalare “bellissimo”, pronunciato nei confronti di qualsiasi manufatto presente in città.

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